Dimissioni per Giusta Causa

Quando si parla di dimissinoe per giusta causa, si intende quella condizione del lavoratore che, di fronte ad una inadempienza di grave entità commessa dal datore di lavoro, decide di dimettersi senza avere alcun obbligo di preavviso.

Per potere usufruire di questa particolare procedura, il lavoratore deve dimostrare che la causa delle sue dimissioni è riconducibile a uno dei seguenti

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-Molestie sul luogo di lavoro

-Mancato pagamento dello stipendio

-Mancato versamento dei contributi dovuti

-Peggioramento delle condizioni e dell’incarico lavorativo

-Trasferimento ingiustificato del lavoratore-comportamento ingiurioso da parte di un superiore

Come è logico immaginare, le dimissioni per giusta causa derivanti da una delle motivazioni sopra citate, causano uno stato di disoccupazione totalmente indipendente dalla volontà del lavoratore, come invece avviene in caso di dimissioni volontarie.

In caso di dimissioni per giusta causa, il lavoratore che si ritrova, suo malgrado, senza lavoro, ha il diritto di chiedere l’indennità di disoccupazione Aspi, quest’ultima è una prestazione economica entrata in vigore il  1 gennaio 2013 che sostituisce l’indennità di disoccupazione a favore di tutti quei dipendenti che abbiano perso l’occupazione per cause indipendenti dalla loro volontà.

Al lavoratore spetta, inoltre l’indennità sostitutiva del preavviso, proprio come se a licenziarlo fosse stato il datore di lavoro.

Al fine di dimostrare l’effettiva esistenza di un licenziamento per giusta causa, il lavoratore deve consegnare all’Inps un’apposita documentazione nella quali risulti la volontà del suddetto dipendente di rivolgersi alla legge per denunciare il comportamento illecito del datore di lavoro, a questo scopo, possono essere impugnate diffide, denunce, citazioni e prove simili.