Colloquio di Lavoro – Domande Comuni
Il primo passo per trovare un lavoro è, naturalmente, quello di mettersi a cercarlo: on line, sulle riviste di annunci, o attraverso il passaparola, affidandosi sempre ad un buon curriculum e ad una buona lettera di presentazione. Ma una volta che ci siamo candidati ad una posizione lavorativa ed il recruiter ha preso in considerazione la nostra candidatura, verremo chiamati ad un colloquio conoscitivo che nella maggior parte dei casi deciderà il nostro destino lavorativo.
Ecco qualche consiglio per affrontarlo al meglio.
Le cinque domande più comuni
Il colloquio generalmente si articola in una serie di “botta e risposta” durante i quali il candidato è chiamato a rispondere ad alcune domande e a delineare una breve presentazione di sé. Secondo alcune statistiche, pare che esistano cinque domande considerate come le più diffuse e determinanti sulla scelta del recruiter di richiamare il candidato ad un secondo colloquio o di stabilirne l’assunzione. Ecco quali sono
Mi parli di lei
Si tratta di una breve descrizione di sé che il candidato è chiamato a fare, esprimendo in genere propri interessi ed esperienze pregresse e attenendosi sempre ad un profilo generale. A questa domanda è necessario rispondere spiegando le esperienze lavorative o scolastiche acquisite, senza entrare mai in argomenti di carattere personale. Il consiglio è quello di essere brevi, non dilungarsi troppo ed essere spontanei. Si tratta solo di una domanda iniziare per rompere il ghiaccio.
Mi parli del suo punto debole
Ancora più importante dei pregi – siamo tutti capaci di auto valutarci positivamente! – i difetti rappresentano una sorta di descrizione oggettiva del proprio modo di essere. Quando si nomina un punto debole, conviene scegliere qualcosa di realistico ed è necessario riconoscere come vi stiate impegnano per superare questo punto di debolezza. Il punto di debolezza non deve essere mai in contrasto con uno dei requisiti richiesti dall’azienda.
Cosa si aspetta da questo lavoro
Obiettivi ed aspettative sono molto importanti, e una domanda del genere può essere anche posta a mò di “trabocchetto” per valutare l’effettiva conoscenza dell’azienda da parte del candidato e se le aspettative dell’azienda si possano incontrare con quelle del candiato. Vale la pena di dimostrare che le aspettative siano in linea con la posizione e che non solo ci si aspetti di imparare, ma anche di dare un forte contributo all’azienda.
Come si vede tra un paio di anni
Una domanda che esprime la capacità del candidato di fare previsioni e di effettuare delle valutazioni oggettive sul suo futuro. La risposta deve, innanzitutto, dimostrare che il candidato abbia obiettivi chiari e definiti, che rispecchiano la persone da cui l’azienda è alla ricerca. Questo aspetto ha molta importanza poiché l’azienda vuole essere sicura che ci sia compatibilità tra l’offerta e le aspirazioni del candidato.
Perché vuole lasciare l’azienda presso cui lavora
Si tratta di una domanda che viene fatta generalmente per comprendere non solo le divergenze tra il candidato e l’azienda presso cui egli lavora, ma anche la sua serietà e trasparenza nei confronti del datore di lavoro attuale. Il selezionatore vuole essere sicuro che il candidato non possa incontrare ancora le stesse difficoltà nel nuovo ambiente di lavoro. Mai parlar male di un’azienda o dell’ex datore di lavoro.